Napoletano Italiano Traduzione – Dizionario basato su IA

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Ti sei mai trovato nella situazione di voler comprendere o tradurre un’espressione napoletana e non sapere da dove iniziare? 

La ricchezza e la complessità del dialetto napoletano possono essere una vera sfida per chi non è navtivo della regione o non è abituato alle sue particolarità linguistiche. 

La traduzione dal napoletano all’italiano non è solo una questione di lingua, ma di immergersi in un universo culturale ricco e variegato, dove ogni parola racchiude storie, tradizioni e un modo unico di vedere il mondo.

Ti chiederai: “Ma cosa posso scoprire in questo blog che non si trova altrove?” Bene, ti trovi nel posto giusto se desideri esplorare la profondità e la bellezza del dialetto napoletano, comprendere le sue radici storiche, la sua influenza sulla cultura italiana e scoprire come questo dialetto sia stato riconosciuto dall’UNESCO. 

Ti guideremo attraverso le peculiarità linguistiche del napoletano, mostrandoti come varia da altre varianti regionali italiane e come poterlo tradurre efficacemente in italiano standard. Sarà un viaggio affascinante che arricchirà il tuo modo di vedere e comprendere non solo una lingua, ma un intero patrimonio culturale.

Cos’è un traduttore dialettale italiano-Napoletano?

Cos'è un traduttore dialettale italiano-Napoletano?

Hai mai sentito un’espressione in napoletano e ti sei chiesto cosa significasse in italiano? O forse ti sei trovato a voler condividere la bellezza di un detto napoletano con un amico che non parla il dialetto. Ecco dove entra in gioco un traduttore dialettale italiano-Napoletano, un vero e proprio ponte tra due mondi linguistici ricchi e affascinanti.

Un traduttore dialettale italiano-Napoletano non è un semplice convertitore di parole. È piuttosto uno strumento che cattura l’essenza delle espressioni napoletane, conservando il loro colore, il loro sapore e la loro emotività, per poi trasporle in un italiano che tutti possiamo comprendere. 

Questa trasformazione linguistica richiede una profonda conoscenza non solo delle regole grammaticali e del vocabolario, ma anche delle sfumature culturali e dei contesti in cui queste espressioni prendono vita.

Per chi vuole avvicinarsi al napoletano o per i napoletani che desiderano rendere accessibili le loro espressioni al resto d’Italia e del mondo, un traduttore dialettale rappresenta una risorsa preziosa. 

Non si tratta solo di tradurre parole, ma di costruire ponti tra persone, tra culture, tra mondi. E in questo processo, scopriamo che, al di là delle differenze linguistiche, esiste un linguaggio universale fatto di emozioni, storie e umanità condivise.

Dunque, la prossima volta che incontri un’espressione napoletana che ti intriga, ricorda che esistono strumenti capaci di aprirti le porte di un mondo affascinante. E chi sa, forse ti troverai, come me, a innamorarti non solo di un dialetto, ma di un intero patrimonio culturale.

Riconoscimento da parte dell’UNESCO: codice ISO 639 (‘nap’)

Riconoscimento da parte dell'UNESCO: codice ISO 639 ('nap')

Sapevi che il napoletano ha ricevuto un riconoscimento ufficiale da parte dell’UNESCO? Sì, hai capito bene. Questo colorito dialetto, che echeggia nelle strade di Napoli e oltre, è stato assegnato al codice ISO 639 con l’abbreviazione ‘nap’. 

Questo non è un semplice dettaglio burocratico, ma un riconoscimento della ricchezza e dell’unicità di questa lingua.

Il codice ISO 639 è una parte fondamentale nel sistema di classificazione delle lingue del mondo. Fornisce una serie di codici brevi, utili per la trattazione delle lingue in numerose applicazioni, rendendo più semplice l’identificazione di una lingua in contesti multilingue. 

Quando l’UNESCO decide di assegnare un codice a un dialetto come il napoletano, sta di fatto riconoscendo la sua importanza non solo culturale ma anche linguistica.

Questo riconoscimento sottolinea l’importanza di preservare e valorizzare il napoletano, non solo come patrimonio culturale di Napoli o dell’Italia, ma dell’intera umanità. 

È un invito a riconoscere e celebrare la diversità linguistica e culturale del nostro mondo. In un’epoca in cui la globalizzazione tende a omogeneizzare le culture, iniziative come queste ricordano l’importanza di mantenere vive le lingue locali.

Da un punto di vista personale, scoprire che il napoletano aveva ottenuto questo riconoscimento mi ha fatto riflettere sull’importanza di ogni lingua e dialetto. Ogni volta che parliamo, scriviamo o ascoltiamo il napoletano, stiamo contribuendo a mantenere viva una parte unica del nostro patrimonio culturale.

Quindi, quando pensi al napoletano, ricorda che non si tratta solo di un modo di parlare. È una lingua riconosciuta a livello internazionale, con una sua codifica e una sua storia, che merita di essere preservata e valorizzata. 

Il suo riconoscimento da parte dell’UNESCO è un promemoria del valore intrinseco di ogni cultura e della sua irrinunciabile unicità nel tessuto multicolore dell’umanità.

Ricca tradizione letteraria del dialetto Napoletano

Ricca tradizione letteraria del dialetto Napoletano

La letteratura napoletana è un tesoro ricco di storie, poesie e drammi che riflettono la vita, la cultura e le passioni di Napoli e dei suoi abitanti. Questa tradizione, espressa attraverso il dialetto napoletano, offre una finestra unica sul mondo emotivo e sociale di Napoli.

Poesie di Giambattista Basile

Giambattista Basile, conosciuto principalmente per la raccolta di fiabe “Lo cunto de li cunti”, è una figura chiave nella letteratura napoletana. Le sue poesie, scritte in un napoletano del XVII secolo, sono intrise di magia, folklore e una profonda comprensione della natura umana.

La capacità di Basile di intrecciare la lingua napoletana con le trame intricate delle sue storie rivela la flessibilità e la ricchezza espressiva del dialetto.

Il poema “La Gerusalemme Liberata” di Torquato Tasso

Anche se “La Gerusalemme Liberata” di Torquato Tasso non è scritta in dialetto napoletano, l’influenza di Napoli sulla vita e sull’opera di Tasso è indiscutibile. 

Cresciuto a corte a Napoli, Tasso fu esposto alla ricca tradizione culturale e letteraria della città, che influenzò profondamente il suo stile e i suoi temi. La sua epica, pur essendo in italiano, respira l’atmosfera e l’energia del Sud Italia, dimostrando come Napoli sia stata un crocevia culturale fin dai tempi antichi.

La presenza di Napoli nella vita e nell’opera di Torquato Tasso è innegabile, anche se “La Gerusalemme Liberata” non è scritta in dialetto napoletano.
Cresciuto a corte nella vivace città partenopea, Tasso fu immerso nella ricca tradizione culturale e letteraria locale, che lasciò un’impronta indelebile sul suo stile e sui temi trattati.
Sebbene la sua epica sia in italiano, si percepisce chiaramente l’atmosfera e l’energia del Sud Italia, testimoniando il ruolo cruciale di Napoli come crocevia culturale sin dai tempi antichi.

Poeta del XIX secolo Salvatore Di Giacomo

Salvatore Di Giacomo, uno dei più importanti poeti e drammaturghi napoletani del XIX secolo, ha saputo catturare l’essenza della vita napoletana attraverso il suo utilizzo del dialetto. 

Le sue poesie e le sue opere teatrali esplorano temi di amore, malinconia e gioia quotidiana, rendendo omaggio alla complessità emotiva e alla bellezza di Napoli e dei suoi abitanti.

Drammaturgo Eduardo De Filippo

Eduardo De Filippo, figura emblematica del teatro italiano del XX secolo, ha utilizzato il napoletano per dare voce ai personaggi delle sue commedie, esplorando con umorismo e profondità temi universali come la famiglia, l’onore e la lotta per la sopravvivenza. 

Le sue opere, ancora oggi rappresentate in tutto il mondo, dimostrano come il napoletano possa essere veicolo di emozioni profonde e di riflessioni acute sulla condizione umana.

Influenza del dialetto Napoletano sulla Musica e il Teatro

Il dialetto napoletano ha un ruolo fondamentale nella musica e nel teatro italiani, arricchendoli con la sua melodiosità e la sua espressività uniche. 

Canzoni e opere teatrali napoletane sono apprezzate in tutto il mondo per la loro capacità di trasmettere emozioni profonde e di raccontare storie universali, il tutto condito da quel tocco di autenticità che solo il napoletano può offrire.

O Sole Mio

“O Sole Mio”, una delle canzoni italiane più celebri al mondo, incarna veramente l’elogio alla bellezza del sole e della vita.
La sua melodia coinvolgente e calorosa, combinata con il testo in napoletano, trasporta l’ascoltatore direttamente nelle vivaci strade soleggiate di Napoli, regalando una sensazione di gioia e leggerezza.
Questo brano rappresenta in modo perfetto come il dialetto napoletano possa arricchire una melodia, conferendole una profondità emotiva e un’intimità uniche.

Funiculì, Funiculà

“Funiculì, Funiculà” è una vivace canzone che celebra l’inaugurazione della funicolare del Vesuvio. La sua melodia allegra e il ritmo incalzante hanno catturato l’immaginazione di ascoltatori di tutto il mondo, diventando sinonimo della vivacità e dell’energia di Napoli. 

Il testo in napoletano, con le sue espressioni pittoresche e la sua gioiosa cadenza, contribuisce a creare un’atmosfera di festa e di celebrazione.

Torna a Surriento

“Torna a Surriento”, con il suo invito appassionato a ritornare a Sorrento, è una ballata che esprime un profondo senso di nostalgia e amore per la terra natale. 

La canzone, attraverso il suo testo in napoletano, evoca immagini poetiche della costa sorrentina, toccando il cuore di chi ascolta con la sua malinconica dolcezza.

Santa Lucia

“Santa Lucia” è un tributo alla bellezza del quartiere di Santa Lucia a Napoli, con la sua tranquilla baia e le barche al lume di candela. La canzone, eseguita in napoletano, trasmette un senso di pace e serenità, invitando all’abbandono nelle braccia rassicuranti della notte. 

Il testo, ricco di immagini suggestive, rende omaggio alla capacità del napoletano di esprimere sentimenti delicati e riflessivi.

Variazioni del dialetto Napoletano

Il dialetto napoletano, con la sua ricca sonorità e coloritura, è solo uno dei tanti dialetti che compongono il mosaico linguistico dell’Italia meridionale. 

Ogni regione, e talvolta ogni città, ha la sua variante, distinta per accenti, vocaboli e costrutti grammaticali. 

Campano

Il dialetto campano, di cui il napoletano è una variante, presenta diverse sfumature a seconda delle aree della Campania. 

Ad esempio, nei comuni limitrofi di Napoli, come Benevento o Avellino, si possono notare differenze nell’intonazione e nell’uso di certe espressioni. 

Mentre il napoletano potrebbe dire “Guaglió” per riferirsi a un ragazzo, in altre aree della Campania potresti sentire “Fracico” o “Zumpo”.

Calabrese

Il dialetto calabrese differisce notevolmente dal napoletano, soprattutto per quanto riguarda il lessico e la pronuncia. 

Ad esempio, in calabrese, il termine per “bambino” può essere “criaturi”, mentre in napoletano si usa “guaglione”. Queste differenze riflettono l’unicità culturale e storica di ciascuna regione.

Pugliese

Passando alla Puglia, il cambio è ancora più marcato. Il dialetto pugliese, specialmente nelle sue varianti più orientali, incorpora sonorità e influenze linguistiche diverse, dovute anche alla vicinanza con l’Albania e la Grecia. 

Per esempio, il modo di dire “Come stai?” in napoletano, “Comme staje?”, in pugliese potrebbe diventare “Come stè?” o “Come te la passi?”, con una pronuncia che tende a chiudere le vocali.

Lucano

Il dialetto lucano, o basilicata, pur condividendo alcune similitudini con il napoletano, per via della vicinanza geografica, ha le sue peculiarità. 

Un esempio può essere l’uso del termine “uà” in lucano per attirare l’attenzione, simile all’uso di “we'” in napoletano, ma con una pronuncia e un contesto di utilizzo che possono variare.

Abruzzese

L’abruzzese, con le sue varie sfaccettature, tende a differire significativamente dal napoletano per quanto riguarda la cadenza e il lessico. 

Ad esempio, un napoletano potrebbe usare “nun” per “non”, mentre un abruzzese potrebbe dire “mica” o “non” con una pronuncia più aperta.

Molisano

Il molisano, spesso considerato un ponte tra il dialetto abruzzese e quelli del Sud, mantiene alcune affinità con il napoletano ma con notevoli differenze. 

Ad esempio, il saluto “ciao” può essere sostituito da “salute” in molisano, mostrando come piccole differenze possano riflettere variazioni culturali e sociali.

Caratteristiche linguistiche del dialetto Napoletano

Il dialetto napoletano è noto per le sue caratteristiche distintive che lo rendono unico nel panorama delle lingue italiane. Approfondire queste peculiarità ci aiuta a comprendere meglio la sua musicalità e la sua espressività.

Sistema a sette vocali

A differenza dell’italiano standard, che si basa su un sistema di cinque vocali, il napoletano ne introduce due ulteriori, creando un sistema a sette vocali. 

Questa particolarità conferisce al dialetto una ricchezza timbrica e una varietà di suoni che arricchiscono notevolmente la pronuncia delle parole. Ad esempio, la parola “bella” può assumere una sfumatura più espressiva nel napoletano, grazie all’uso di vocali più aperte o chiuse.

Geminazione (consonanti doppie)

La geminazione, ovvero la doppia pronuncia delle consonanti, è una caratteristica saliente del napoletano. Questo fenomeno, più marcato rispetto all’italiano standard, contribuisce al ritmo e alla musicalità del dialetto. 

Nel napoletano, la geminazione può avvenire in posizioni diverse dalla lingua italiana, influenzando la percezione e l’enfasi delle parole.

Nasalizzazione

Un’altra peculiarità del napoletano è la nasalizzazione di certe vocali, soprattutto quando precedono una consonante nasale. Questo tratto conferisce al dialetto una sonorità particolare, rendendo il suono delle parole più morbido e cantilenante. 

La nasalizzazione può modificare significativamente la pronuncia di parole comuni, arricchendole di nuove sfumature.

Pronomi soggetto

A differenza dell’italiano standard, che tende a omettere i pronomi soggetto grazie alla coniugazione verbale, il napoletano li utilizza più frequentemente per enfasi o per chiarezza. 

L’uso dei pronomi soggetto, insieme alle specifiche forme verbali napoletane, contribuisce a definire chiaramente il soggetto della frase, arricchendo il discorso di ulteriori dettagli e sfumature.

Struttura della doppia negazione

Il napoletano utilizza spesso una struttura di doppia negazione che non trova un corrispettivo diretto nell’italiano standard. Questa forma di negazione, caratteristica di molte lingue romanze, aggiunge enfasi alla negazione stessa. 

Ad esempio, una frase come “Non ho niente” in italiano standard potrebbe diventare “Nun tengo niente” in napoletano, dove “nun” e “niente” rafforzano la negazione.

Lessico Unico (Greco, Latino, Normanno, Arabo e Spagnolo)

Il lessico napoletano è un incredibile crogiolo di influenze linguistiche, grazie alla storia di dominazioni e contatti culturali che Napoli ha vissuto. 

Parole di origine greca, latina, normanna, araba e spagnola arricchiscono il vocabolario, rendendolo unico e particolarmente espressivo. Ad esempio, “guappo” (uomo audace o galante) ha radici spagnole, mentre “cuzzetiello” (panino) mostra influenze del latino.

Falsi amici

Nel napoletano, alcuni termini possono sembrare simili all’italiano standard ma avere significati completamente diversi. Questi “falsi amici” possono trarre in inganno chi non è abituato al dialetto. 

Ad esempio, “capa” in napoletano si riferisce alla testa, mentre in italiano potrebbe essere interpretato come “capo” o leader, mostrando come la somiglianza superficiale possa nascondere significati diversi.

Articoli determinativi (“‘o” per il singolare maschile e “‘a” per il singolare femminile)

Gli articoli determinativi in napoletano presentano una forma contratta e specifica: “‘o” per il singolare maschile e “‘a” per il singolare femminile. Questa caratteristica, che si discosta dall’italiano standard, conferisce al napoletano una marcata identità linguistica. 

Ad esempio, “‘o libro” (il libro) e “‘a casa” (la casa) dimostrano come gli articoli siano fondamentali per capire il genere e il numero dei sostantivi nel contesto della frase.

Trasformazione delle parole: dall’italiano al dialetto Napoletano

ItalianoNapoletanoDefinizione
CaneCànAnimale domestico della famiglia dei canidi
PanePànAlimento ottenuto dalla macinazione e dalla cottura del grano
CasaCàsaEdificio o parte di esso adibita ad abitazione umana
MareMàreMassa d’acqua salata più estesa di un lago o un corso d’acqua
SoleSòleStella attorno alla quale orbita la Terra, fonte di luce e calore
LibroLivroVolume contenente testi scritti o immagini
AmicoAmìcoPersona legata da affetto e stima reciproci
FruttaFruttaAlimenti dolci ottenuti da piante con semi contenenti semi e polpa
UccelloUcchìlloAnimale vertebrato dotato di ali e piume
ViaggioViàggiSpostamento da un luogo a un altro, solitamente di una certa durata
ZuccheroZùccaroSostanza dolce utilizzata per dolcificare cibi e bevande
AlberoÀrberoPianta perenne con fusto legnoso e chioma di foglie
NuvolaNùvolaMassa di vapore acqueo condensato in sospensione nell’atmosfera
OmbrelloOmbrelloOggetto utilizzato per ripararsi dalla pioggia
TortaTòrtaDolce a base di pasta lievitata o frolla, solitamente ricoperta di crema o frutta
RanaRànaAnfibio dal corpo allungato e dagli arti corti
CaffèCaffèBevanda ottenuta dall’infusione dei semi tostati della pianta di caffè
MontagnaMontàgnaRilievo naturale caratterizzato da elevate altitudini
LunaLunaSatellite naturale della Terra
FogliaFogliaOrgano delle piante deputato alla fotosintesi
BoscoBòscoEstesa zona di territorio coperta da alberi e vegetazione
AcquaAcquaLiquido inodore, trasparente e insapore essenziale per la vita
NotteNòttePeriodo del giorno in cui prevale l’oscurità e il riposo
FestaFèstaCelebrazione o evento gioioso e solenne
AranciaArànciaFrutto dal colore arancione, ricco di vitamina C
FicoFicoFrutto della pianta del fico
GiardinoGiardìnoArea verde attrezzata adibita a scopo ornamentale o ricreativo
NeveNèvePrecipitazione atmosferica sotto forma di cristalli di ghiaccio
SassoSassoFrammento di roccia
CieloCieloSpazio sopra la superficie terrestre, visibile dall’atmosfera
FioreFioreOrgano riproduttivo delle piante con funzione di riprodurre i semi
InvernoÌnvernoStagione fredda dell’anno
MareMàreMassa d’acqua salata più estesa di un lago o un corso d’acqua
FoglioFoglioSupporto di carta utilizzato per scrivere o disegnare
SoleSoleStella attorno alla quale orbita la Terra, fonte di luce e calore
MieleMieleSostanza dolce prodotta dalle api a partire dal nettare dei fiori
NaturaNaturaInsieme degli elementi e dei fenomeni presenti nell’Universo
PallaPallaOggetto sferico utilizzato per giocare in vari sport
ZuccaZuccaFrutto della pianta di zucca, solitamente di forma tondeggiante
CiboCiboSostanze nutritive assunte dagli esseri viventi per il loro sostentamento
BoscoBòscoEstesa zona di territorio coperta da alberi e vegetazione
VentoVèntoMovimento dell’aria

Riguardo a DialectConverter.com: L’unico traduttore di dialetti italiani

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Conclusione

Riassumendo, la traduzione dal napoletano all’italiano apre una finestra su un mondo culturalmente ricco e linguisticamente unico. 

Ogni traduzione è un ponte che connette due mondi, offrendo una profonda comprensione delle peculiarità locali e della loro importanza nel contesto nazionale e internazionale.

Approfondire il dialetto napoletano e la sua traduzione in italiano non è solo un esercizio linguistico, ma un viaggio nel cuore di una delle culture più affascinanti d’Italia. 

Che tu sia uno studente, un appassionato di lingue o semplicemente curioso di scoprire nuovi orizzonti culturali, immergersi nelle sfumature del napoletano arricchirà senza dubbio la tua esperienza. Ricorda sempre che ogni lingua e dialetto è un universo a sé, con le sue regole, la sua musica e il suo modo unico di raccontare la vita. 

Domande frequenti (Napoletano Italiano Traduzione)

Come si dice in napoletano la vita mia?

In napoletano, “la vita mia” si traduce come “‘a vita mia”. Questa espressione riflette l’intimità e l’affetto profondo che caratterizzano il dialetto napoletano.

Nel contesto napoletano, l’aggiunta dell’articolo determinativo “‘a” prima di “vita” sottolinea la musicalità e la ricchezza emotiva del dialetto. Questa frase è spesso utilizzata in contesti affettivi, evidenziando come il napoletano esprima in modo unico e profondo i legami personali e le emozioni.

Cosa vuol dire il termine napoletano?

Il termine “napoletano” si riferisce sia alla lingua o dialetto parlato nella regione di Napoli e nelle aree circostanti, sia all’identità culturale e alla provenienza geografica degli abitanti di Napoli.

L’uso del termine abbraccia una vasta gamma di significati, inclusi aspetti linguistici, culturali e identitari. Il napoletano come lingua è noto per la sua ricchezza espressiva e la sua varietà dialettale, mentre come identità culturale racchiude le tradizioni, la storia e i modi di vita caratteristici della città di Napoli e della sua regione.

Come dire ciao in napoletano?

Per dire “ciao” in napoletano, si utilizza spesso la parola “guaglione” tra gli uomini o “guagliona” tra le donne, che significa “ragazzo” o “ragazza”, ma viene usato anche come saluto informale.

L’uso di “guaglione” o “guagliona” come saluto riflette la tendenza del napoletano a utilizzare termini colloquiali e familiari nelle interazioni quotidiane. 

Questo uso contribuisce a creare un’atmosfera di cordialità e vicinanza tipica della cultura napoletana, dove i saluti spesso trascendono la semplice funzione linguistica per esprimere calore e inclusione.

Come si dice in napoletano è vero?

In napoletano, “è vero” si può tradurre come “è overo”, dove “overo” è una variante dialettale che mantiene la stessa radice etimologica del termine italiano “vero”.

L’espressione “è overo” è usata per chiedere conferma o per esprimere accordo, dimostrando come il napoletano arricchisca la comunicazione quotidiana con varianti dialettali che riflettono la storia e la complessità linguistica della regione. 

Questa frase evidenzia la capacità del napoletano di adattare e trasformare il lessico italiano standard in forme uniche e distintive.

Vincenzo Mancini

Vincenzo Mancini

Sono Vincenzo Mancini, con una laurea magistrale presa all'Università di Roma in roba italiana. Sono sempre stato affascinato dalle diverse modalità di espressione in tutta Italia, quindi mi sono immerso nella traduzione e nella conservazione dei nostri dialetti locali. Il mio lavoro consiste nel collegare i punti tra le nostre diverse lingue, assicurandomi che siano apprezzate e comprese da tutti.

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